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domenica 30 gennaio 2011

Un grande film con 12 nominations agli Oscar :Il discorso del re








Prima di tutto chi era Re Giorgio VI°

Giorgio VI° del Regno Unito, all'anagrafe Albert Frederick Arthur George Windsor, era il secondo figlio del duca di York (il futuro Giorgio V del Regno Unito) e della principessa Maria di Teck.

Nel 1920 fu nominato dal padre Duca di York e conte di Inverness. Nel 1923 sposò nell'Abbazia di Westminster lady Elizabeth Bowes-Lyon, dalla quale ebbe due figlie, le principesse Elisabetta (futura Elisabetta II) e Margaret. L’11 dicembre 1936, all'abdicazione del fratello Edoardo VIII, è salito al trono prendendo il nome di Giorgio VI° (questa è stata la prima incoronazione trasmessa dalla Radio BBC).
Evento centrale del suo regno fu la seconda guerra mondiale, combattuta dalla Gran Bretagna, alleata della Francia e poi degli Stati Uniti, contro l’Asse italo-tedesco. Durante tutta la guerra, e in modo particolare durante il difficile periodo dei bombardamenti su Londra, seppe conquistare la stima e l’affetto dei suoi sudditi, rimanendo sempre saldamente al suo posto e rifiutando ogni fuga.Nel dopoguerra fu tra i principali promotori della ripresa economica e sociale della Gran Bretagna.
Soffriva di una malattia mentale e venne sovente descritto come pauroso ed incerto nelle sue azioni.I suoi genitori, il Duca e la Duchessa di York, erano sovente lontani dai loro figli e non potevano crescerli passo dopo passo, così come si richiedeva per le famiglie aristocratiche dell'epoca, impegnate in ben altri doveri istituzionali.Egli venne forzato a scrivere con la mano destra, anche se era naturalmente mancino. Egli soffrì inoltre di cronici problemi di stomaco e di una leggera deformazione alle ginocchia che lo costrinse ad indossare spesso delle steccature correttive.

Con 14 nomination ai Bafta e 12 candidature agli Academy Awards,questo film è una perfetta macchina da Oscar. Impeccabile,elegante,ironico e a tratti malinconico,può fare affidamento su un impianto narrativo solido, su un terzetto di attori che padroneggiano perfettamente il proprio mestiere e su un protagonista,il re balbuziente Giorgio VI°,costretto dagli eventi a combattere una durissima battaglia contro un handicap.
Il discorso del Re non è un film ricattatorio perchè non indugia mai sul dramma personale del povero sovrano per caso né rende il personaggio un santo. Al contrario, ne mostra l'irritabilità mista ad arroganza, lo snobismo e l'iniziale arrendevolezza. Pur regalando,allo spettatore delle scene di forte impatto emotivo, e conserva in ogni inquadratura una misura e un rigore che sono la conseguenza di un grande lavoro di regia e di sceneggiatura.
Ancor meno potremmo parlare di un film consolatorio, visto che la vicenda si svolge in uno dei momenti più difficili della storia d'Europa: un momento in cui la propaganda di Hitler minacciava follia collettiva e distruzione, e la guerra era imminente. Una zona temporale di precarietà,in cui la millenaria corona inglese si trovò per la prima volta di fronte alla coincidenza fra pubblico e privato. Colpa della diffusione della radio, che rese ogni cosa politica e trasformò la politica in uno show. In questo senso il dramma di Re Giorgio VI° fu proprio l'impossibilità di condurre questo spettacolo e di stare al passo con una modernità espressa anche dalla caotica e licenziosa esistenza del fratello che rinunciò al trono per amore di un'americana pluridivorziata.
Tutte queste riflessioni rendono il film interessante e sottile, anche se il suo biglietto di prima classe è senza dubbio il protagonista Colin Firth, attore di robusta formazione teatrale rimasto in sordina per molti anni e finalmente e prepotentemente uscito allo scoperto già l'anno scorso con il bellissimo film opera prima di Tom Ford A single Man.E' sorpendente il lavoro che ha fatto sul personaggio con la voce, diversa da quella abitualmente usata,(per questo bisognerebbe vedere il film in lingua originale) e con il corpo, goffo, ingobbito, timido.
E cosa dire di Geoffrey Rush e della sua pefetta miscela fra sobrietà, istrionismo e tenerezza? Bravissima anche Helena Bonham Carter che ricopre il ruolo della consorte di Re Giorgio VI° Un ultima nota di merito va alla regia di Tom Hooper (alla sua seconda opera) che con la sua macchina da presa si incolla al protagonista, seguendolo per stanze e corridoi, e schiacciandolo in spazi angusti o accerchiandolo grazie a obiettivi appena deformanti.
Alla fne del film mi sono davvero commossa,non tanto pr la storia,che conoscevo bene,ma per come il regista è stato in grado di trasmettermi i sentimenti,gli stati d'animo dei protagonisti. Gli sforzi fatti dal re per superare i suoi handicap li ho vissuti in prima persona e ho provato davvero imbarazzo durante le sue esternazioni pubbliche e ho gioito alla fine quando,grazie all'aiuto del logopedista e amico (Geoffrey Rush) è riuscito a pronunciare forse il discorso più difficile, quello che segnava davvero l'inizio di una nuova guerra.
E' un film assolutamente da non perdere,forse non a tutti piacerà,ma di certo non si potrà dire che non sia davvero una grande opera cinematografica

2 commenti:

Giulia Sagnotti ha detto...

M'hai fatto venir voglia di vestirmi e andare al cinema, adesso, in questo istante!!
Bella rece :)

Valeria ha detto...

Ti piacerà ne sono sicura....ahahaha le ultime parole famose